Comment écrire un livre fantastique captivant: huit conseils

Comment écrire un livre fantastique

Impariamo dai migliori a costruire un romanzo originale!

Forse sei qui perché hai un sogno: vuoi dare vita alla tua storia fantasy, vuoi plasmare un universo immaginario dove i personaggi si possano muovere in una dimensione fantastica, usando i loro poteri per compiere gesta eroiche.

Magari ti starai chiedendo: «Come posso rendere il mio mondo credibile e affascinante, senza cadere nella trappola degli stereotipi? Come posso catturare l’attenzione dei lettori fin dalla prima riga?».

In questo articolo risponderemo a queste (e molte altre) domande, e lo faremo con dei maestri d’eccezione! Troverai otto consigli d’autore per scrivere un libro fantasy che lasci il segno. Chi meglio dei grandi della letteratura può insegnarcelo?

Scoprirai l’importanza di catapultare i lettori in un’ambientazione mai vista, sovvertire i cliché in modo inaspettato, trovare la tua cifra stilistica unica, usare i semi narrativi per creare colpi di scena, contaminare i generi letterari in modo estroso. Tieniti forte, perché inizia il viaggio.

Come scrivere un libro fantasy che coinvolga il pubblico? Impariamo dai più grandi

Ecco otto insegnamenti cruciali che ci possono trasmettere i maestri e le maestre della letteratura fantastica.

1. Catapultare i lettori in un’ambientazione straniante (Susanna Clarke, Piranesi)

La prima volta che ho letto Piranesi ho pensato: «Aiuto, cosa succede? Dove si trova il protagonista? Cosa diavolo sto leggendo?».

Il bello del fantasy è che può trasportare i lettori in una dimensione completamente diversa dall’ordinarioe Clarke lo fa egregiamente.

All’inizio non sappiamo dove si trovi il povero Piranesi, perché sia lì tutto solo, quale sia la natura del mondo in cui abita. È un’ambientazione onirica, ostile, che presenta elementi architettonici classici e neoclassici ma che non ha la rassicurante bellezza di quel tipo di arte.

Sogno o realtà? Il protagonista è vittima della magia, della sua immaginazione o di un crudele caso di rapimento? Riuscirà a sopravvivere alle insidie che l’ambiente gli pone? Solo proseguendo con la lettura si scoprirà la verità, in un gioco intrigante che diverte e affascina chi legge. Proprio per questo, è un libro che cattura l’attenzione fin dalla prima pagina e che può essere un’ottima fonte di ispirazione per storie coinvolgenti.

2. Sovvertire i cliché, anche in modo crudele (Neil Gaiman, Black Orchid)

Per illustrare questo punto, prenderò in esame una miniserie a fumetti del grande Gaiman (per me le graphic novel hanno la stessa dignità letteraria dei romanzi, quindi non faccio distinzioni).

Black Orchid è un’opera poetica, ma anche crudele (come solo Neil Gaiman sa essere). Parte da un presupposto spiazzante: hai presente quella scena all’interno di tutte le storie di supereroi, in cui il protagonista è imprigionato dal malefico criminale di turno, eppure riesce a fargli confessare i suoi piani diabolici e a liberarsi? Ecco. In questo fumetto succede l’esatto contrario. La protagonista all’inizio viene uccisa dal suo antagonista. Niente rivincita, niente trionfo dei buoni sui cattivi, solo l’amarezza di non avercela fatta.

Non ti dico come continua per non fare spoiler, ma la trama è una scoperta continua, un viaggio immaginifico e a tratti filosofico nei territori del fantastico. Nonché un esempio, sublime, di come si possano sovvertire i cliché letterari nella narrativa fantasy per sorprendere e far riflettere i lettori.

3. Trovare la propria cifra stilistica (Terry Pratchett, Saga del Mondo Disco)

Confrontandomi con aspiranti scrittori e scrittrici, mi sono resa conto di una credenza comune: è molto diffusa l’idea che un romanzo epic fantasy debba avere uno stile dettagliato e maestoso, mentre a un urban fantasy è concesso un tipo di narrazione più moderno. Il discorso, Mais, è molto più complesso di così (e meno male, se no sai che noia?).

D'abord, ci sono molte sottocategorie di epic fantasy e urban fantasy; ciascuna di loro può avere numerose varianti a livello di stile. Un esempio? Un urban fantasy a sfumature dark, di solito, è più serio e solenne di un urban fantasy di stampo teen-comedy, che si concentra soprattutto sulle relazioni interpersonali fra i giovani protagonisti.

Deuxièmement, lo stile di un romanzo dipende dalle scelte creative di chi scrive e dal tono che vuole dare alla storia, anziché dal genere in sé. È qualcosa che sta a monte e che deriva sia da decisioni consce sia da attitudini inconsce. C’è qualcosa di estremamente coinvolgente e personale nel modo di narrare di un autore o un’autrice.

Prendiamo Sir Terry Pratchett: discostandosi dall’idea che l’epic fantasy debba avere una cifra stilista aulica, ha scritto i suoi libri con una verve umoristica trascinante! A volte, quando li leggevo, mi trovavo a sghignazzare da sola (in metro, al bar, in ufficio durante la pausa pranzo…). Donc, lascia libero l’estro e trova la tua strada personale per comunicare ai lettori i messaggi e l’atmosfera della tua storia.

4. Usare i semi narrativi (K.J. Rowling, saga di Harry Potter)

Una delle caratteristiche più affascinanti del fantasy è la sua capacità di introdurre indizi narrativi con una libertà immaginifica incredibile, molto difficile da trovare in altri generi. Questi elementi, che mi piace chiamare “semi narrativi” (una bella definizione che ho letto nel libro Manuale di scrittura: nozioni di base e sordidi trucchi del mestiere di Raoul Melotto e Gianluca Morozzi), possono essere di ogni genere: un oggetto magico, un animale mitologico che si credeva ormai estinto, un personaggio misterioso, una profeziaPossono essere introdotti sin dall’inizio oppure lasciati emergere lentamente nel corso della storia, creando un senso di mistero e aspettativa nei lettori.

Una grande autrice che ha saputo sfruttare al meglio questa possibilità è J.K. Rowling, con la sua saga di Harry Potter. Sin dal primo libro, pianta semi narrativi che in seguito diventeranno elementi cruciali della trama. Se vuoi saperne di più sull’argomento, ti consiglio l’articolo Techniques d'écriture créative: plantons les graines du récit!

5. Contaminare i generi (M.Z. Bradley, saga di Darkover)

Lasciamelo dire: l’idea che i generi letterari siano rette parallele, destinate a non incontrarsi mai, è superata da decenni. Molti autori e autrici hanno dimostrato come sia possibile spaziare con l’immaginazione, creando storie originali e coinvolgenti attraverso l’unione di filoni diversi. Un limpido esempio è Marion Zimmer Bradley, con la sua saga di Darkover.

«Il nucleo originale della storia» ha dichiarato l’autrice «ruotava su un argomento che mi aveva sempre affascinata: che cosa trasforma un gruppo di scienziati e colonizzatori provenienti da una cultura tecnologicamente avanzata in una società di tipo feudale e vagamente magico?» (citazione tratta dalla postfazione delle Foreste di Darkover, edizione Tea Due 2000).

La saga inizia con un viaggio interstellare, un classico della fantascienza. Un’astronave terrestre naufraga sul pianeta di Darkover, abitato da alieni eterei che vengono ribattezzati “Elfi” dagli esseri umani che li vedono per la prima volta. Incrociandosi con loro e grazie alle gemme magiche del pianeta, i terrestri acquisiscono poteri telepatici. Non potendo più usare la tecnologia (ogni dispositivo è andato perduto nel naufragio), piano piano danno vita a una società feudale, che sposta il genere di riferimento sul territorio del fantasy. A un certo punto, Mais, una nuova nave proveniente dalla Terra approda su Darkover, riportando la sci-fi nel pianeta!

La saga presenta anche elementi caratteristici del romance, della fantascienza sociologica e del neopaganesimo. Questa contaminazione fra generi l’ha resa unica e originale, distinguendola dalle altre opere fantasy.

6. Essere realisti (tutta la produzione di Tolkien)

Il fantasy è associato all’immaginazione sfrenata, alla creazione di mondi fantastici e alla magia, mentre la parola “realismo” può evocare scenari desolanti (“Mattone polacco esistenzialista di 1325 pagine che parla di quanto la vita sia deprimente”). Tuttavia, dobbiamo scostarci da questa visione! Anzi: la combinazione di fantasy e realismo può creare un effetto straordinario e quantomai immersivo nell’opera.

J.R.R. Tolkien lo ha dimostrato in modo egregio. Nella sua saga più famosa, Il Signore degli Anelli, ha creato una società complessa con una geografia ben definita e una mitologia peculiare. La Terra di Mezzo è un mondo che sembra reale e tangibile, pur essendo popolato da creature immaginarie come elfi, nani, hobbit e orchi. Tolkien ha prestato un’attenzione maniacale alla descrizione delle diverse civiltà, presentandoci con perizia lingue, usanze, miti, leggende, vestiario e architettura, e creando un mondo che sembra vivere e palpitare al di là della pagina.

7. Usare personaggi originali (Francesco Dimitri, La ragazza dei miei sogni)

Belli, eh, gli angeli, gli elfi, i vampiri e i licantropi. Belli. Dopo decenni che li vediamo sui libri, Mais, iniziano a essere un po’ scontati.

Il fantasy consente di scrivere con una libertà narrativa senza confini, quindi perché non sfruttarla? Perché fossilizzarsi sui soliti cliché? Possiamo inventare una nuova civiltà, oppure utilizzare personaggi di pantheon poco conosciuti, o ancora riscoprire le ricchissime origini pagane della nostra penisola.

Come esempio cito La ragazza dei miei sogni, un avvincente quanto ombroso urban fantasy dalle sfumature horror di Francesco Dimitri. L’autore utilizza le antiche figure degli incubus e dei succubus, provenienti dal folklore latino. Cosa succederebbe se cominciassero a palesarsi nella Roma dei nostri giorni? Niente di rassicuranteleggere per credere.

8. Catturare i lettori con un incipit a effetto (N.K. Jemisin, La quinta stagione)

Questo consiglio, in realtà, vale per tutti i generi. Coinvolgere il pubblico fin dalla prima riga è sempre stato fondamentale per gli scrittori di ogni epoca, ma oggi lo è più che mai (data l’esigua soglia di attenzione dei lettori contemporanei!).

Anche in questo caso, il fantasy può darci un’arma in più. Abbiamo infinite possibilità per far sognare chi legge, per scatenare in lui o lei il sense of wonder della nostra storia sin dalle prime battute. Possiamo creare un’atmosfera di pericolo con una fuga da un essere mostruoso, possiamo partire da un’affermazione bizzarra che segnala la particolarità della nostra dimensione fantastica, possiamo “sbattere” in faccia ai lettori la cruda realtà del mondo in cui abitano i protagonisti, possiamo descrivere una situazione particolarmente onirica e surreale.

Per fare un esempio calzante, ho scelto la geniale e rivoluzionaria trilogia La terra spezzata, premiatissima saga di N.K. Jemisin. Non dico altro, faccio solo parlare l’incipit del libro che inaugura la serie:

Cominciamo dalla fine del mondo, perché no? Chiudiamo la questione e passiamo ad argomenti più interessanti.

Intrigante, vero?

Se vuoi scoprire qualche altra dritta sui modi migliori per avviare una storia, ti consiglio l’articolo Le plus bel incipit du monde. Buona lettura!

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