Valutazione manoscritto: serve davvero?

Facciamo chiarezza su una lavorazione editoriale spesso sottovalutata

Hai scritto un libro e stai pensando di farlo analizzare da un professionista editoriale? Ottima scelta! La valutazione del manoscritto è un’alleata validissima per ogni scrittore, ma soprattutto per chi pubblica in self publishing. Ecco perché le mie colleghe e io l’abbiamo scelta come lavorazione iniziale di ogni percorso Scrivantes. In questo articolo analizzeremo il perché e scopriremo come scegliere il valutatore o la valutatrice migliore per te.

L’importanza della valutazione del manoscritto per gli autori auto-pubblicati

Quando si sceglie la strada del self publishing, si salta il processo di selezione svolto dai lettori professionali delle case editrici. Questo può essere un grande vantaggio, poiché ti permette di pubblicare ciò che realmente desideri senza doverti conformare al catalogo e al calendario editoriale della casa editrice di turno, e nemmeno alle mode del mercato mainstream.

D’altro canto, l’assenza di un parere specializzato può portare a far uscire libri non ancora maturi, con problemi di struttura, coerenza narrativa, stile e trama.

Ecco perché la valutazione del manoscritto è così importante per gli scrittori auto-pubblicati. Grazie a questa lavorazione editoriale, hai la possibilità di far esaminare il tuo lavoro da un professionista, che lo analizzerà da ogni angolazione. Un passaggio che ti permetterà di ricevere un parere esterno sulla tua opera e, se necessario, di apportare le giuste modifiche per renderla ancora migliore.

Valutatore vs beta reader

La valutazione del manoscritto non è la stessa cosa del beta reading. Quest’ultimo viene effettuato gratis da persone appassionate di scrittura, che leggono il tuo libro per fornirti un feedback con le loro impressioni più immediate. La valutazione, invece, è eseguita da un professionista del settore editoriale, che ha una grande esperienza nell’analisi dei testi narrativi. Osserverà gli sviluppi della tua opera non solo con l’occhio del lettore, ma anche con quello dell’editor, di chi deve decidere se il libro è pubblicabile. Per questo motivo, ha un costo e una valenza diversa dal beta reading.

Questi due processi non si escludono a vicenda, anzi! L’ideale è ricorrere a entrambi. Due-tre lettori beta possono darti un primo feedback sulle impressioni genuine dei lettori, mentre il valutatore sviscera il libro per poterlo perfezionare da ogni punto di vista. In questo modo, avrai un’analisi ancora più completa del tuo lavoro.

Gli ingredienti di una buona valutazione del manoscritto

Ma cosa analizza esattamente il nostro amico valutatore o la nostra amica valutatrice? Svariati aspetti, tutti fondamentali per la buona riuscita della tua storia.

Vediamo qualche esempio dei punti focali che esamino io in relazione ai romanzi:

  • la trama principale e le sottotrame, che devono essere coerenti e ben sviluppate, senza buchi o conclusioni affrettate;
  • lo stile, la qualità della scrittura, la fluidità della narrazione, l’uso delle metafore e dei cinque sensi;
  • la coerenza del tono e la scelta del ritmo in relazione al genere, alla storia e alla scena descritta;
  • la gestione dei punti di vista;
  • i dialoghi, per assicurarsi che abbiano la giusta coloritura, il giusto contesto, che non risultino teatrali e che facciano uso anche del linguaggio paraverbale;
  • la costruzione e i conflitti dei personaggi;
  • l’arco narrativo del/della protagonista;
  • l’ambientazione e la coerenza dell’epoca storica;
  • lo show, don’t tell, grande punto debole degli esordienti;
  • l’efficacia di colpi di scena e cliffhanger;
  • la presenza di semi narrativi (se vuoi saperne di più su quest’ultimo argomento, puoi leggere l’articolo Tecniche di scrittura creativa: piantiamo i semi narrativi!).

Per quanto riguarda la non-fiction (saggi, manuali), ecco gli elementi che analizzo con particolare attenzione:

  • l’obiettivo e il pubblico di riferimento, per verificare che il messaggio sia adatto al livello di conoscenza e alle esigenze pratiche dei lettori;
  • la coerenza del linguaggio e del tono di voce con il target;
  • la struttura del libro (introduzione, sviluppo, conclusioni), la suddivisione in capitoli, l’efficacia di titoli e sottotitoli;
  • l’eventuale impiego del Viaggio dell’Eroe come tecnica di storytelling;
  • l’uso e la provenienza delle citazioni;
  • la qualità delle fonti;
  • la correttezza di tabelle, grafici, immagini e infografiche.

Ovviamente non si tratta di punti standard: ogni scheda è personalizzata in base alle esigenze del testo e di chi l’ha scritto.

Nella valutazione, inoltre, io inserisco sempre delle pillole di grammatica, ortografia, correzione bozze e consigli sulla formattazione.

Se la scheda lo richiede, posso anche dare suggerimenti sull’impostazione del titolo, dei paratesti e della copertina.

Il valutatore o la valutatrice, quindi, come uno Sherlock Holmes della narrativa, esamina con la lente di ingrandimento ogni singolo aspetto del libro. Cerca quei macro-problemi che compromettono la struttura dell’opera e che non potrebbero essere risolti nemmeno con un buon editing, a meno che non si voglia far riscrivere il romanzo dall’editori. Ti fornisce un feedback completo e ti permette di comprendere se il testo è pronto per la fase di editing/correzione o se ci sono ancora alcuni aspetti da migliorare. Elementare, Watson!

Come scegliere un valutatore preparato e non improvvisato?

  • Il primo passo è cercare informazioni sul professionista che vorresti contattare. Analizza il suo sito web e/o la sua pagina LinkedIn, controlla le realtà con cui ha lavorato, scarica gli estratti dei romanzi che ha seguito in fase di editing o valutazione.
  • Il valutatore o la valutatrice deve essere in grado di trasmettere le sue opinioni in modo costruttivo e rispettoso del tuo lavoro. Questo è un aspetto importante, perché il feedback potrebbe essere molto sfidante da accettare. Se il/la professionista riesce a comunicare in modo chiaro ed equilibrato, l’autore o l’autrice sarà in grado di interiorizzare ogni consiglio utile per migliorare il proprio lavoro.

Da ultimo, vorrei sottolineare un punto fondamentale: una delle sfide più grandi per un autore o un’autrice è quella di rivedere e correggere il proprio lavoro. Non è facile accettare che nel libro ci siano problemi da risolvere, soprattutto se si è molto coinvolti emotivamente dalla storia.

All’inizio potrà essere difficile vedere sotto una lente di ingrandimento le criticità del tuo libro, è vero, ma non dimenticarti mai che è un modo per crescere come scrittore o scrittrice e migliorare sempre di più le tue capacità narrative!

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