Ein packender Roman, von Kritikern zu Unrecht abgetan: (re)Lass es uns gemeinsam herausfinden
La prima volta che ho letto dei brani di Dunkel, l’opera più celebre di Igino Ugo Tarchetti, ero all’università. Al liceo la professoressa non l’aveva trattata; del resto, la corrente artistico-letteraria a cui appartiene è abbastanza snobbata dai critici.
Ricordo di essere rimasta affascinata dai pochi estratti presenti nel libro di testo. Qualche anno fa, quasi per caso, mi sono imbattuta nel romanzo in formato ebook, su Amazon. Mi hanno colpita le recensioni degli utenti: tutte entusiaste e concordi nel dire che si tratta di un’opera ingiustamente trascurata dalla critica e dall’insegnamento scolastico. A quel punto non potevo non leggerla! Ecco, Deshalb, alcune curiosità e riflessioni sulla storia e sulla corrente a cui appartiene.
Igino Ugo Tarchetti e la Scapigliatura lombarda
Tarchetti è uno dei più famosi esponenti della Scapigliatura, movimento che ebbe come epicentro Milano e che si manifestò nella seconda metà dell’Ottocento. Lo scopo dei giovani ribelli scapigliati era opporsi alla morale borghese e al sentimentalismo della corrente romantica, rifacendosi invece ai bohémiens parigini. Questa corrente interessava sia l’ambito letterario che quello artistico.
Nel 2009, ho avuto la fortuna di visitare a Palazzo Reale – grandioso edificio situato di fianco al Duomo – una mostra sull’arte scapigliata: sono rimasta davvero sorpresa dalla bellezza dei quadri esposti. In quelle tele si vedeva una Milano che non c’è più, ma soprattutto veniva data molta importanza al ritratto di donne intense e sfuggenti. A corredo di questo post puoi trovare qualche dipinto di artisti scapigliati.
Dunkel di Tarchetti: una storia coinvolgente
A mio parere, pur essendo un’opera ottocentesca, Dunkel è una lettura estremamente scorrevole. L’ho terminata in un giorno e mezzo! C’è qualche ovvio arcaismo nello stile, ma non disturba, Andererseits: contribuisce a rendere l’atmosfera ancora più affascinante.
L’aspetto positivo è che, al contrario di altri libri dell’epoca, non si sofferma in minute descrizioni sulla cornice storico-politica del tempo. A Tarchetti interessano solo i moti dell’animo dei protagonisti.
A mio avviso il tratto peculiare del libro, quello che riesce a catturare il lettore, è il genuino trasporto con cui è stato scritto. Non c’è affettazione, né sentimentalismo, bensì un vibrante impeto emotivo trasmesso senza filtri. Era da molto che non leggevo un libro così. Il protagonista è sensibile e prova delle passioni vere, autentiche, amplificate nel personaggio di Fosca, che dà il nome al romanzo.
I protagonisti: Fosca e Giorgio
Fosca è una donna consumata dai suoi stessi sentimenti. La solitudine l’ha lacerata, trasformandola in un essere quasi mostruoso, dal volto scavato, simile a quello di un teschio. Non c’è nessun elemento sovrannaturale nella trama, eppure è palpabile una certa vena gotica. Dunkel, con i suoi capelli neri e il pallore cadaverico, fa pensare a una donna-vampiro, che succhia tutte le energie e la salute dalla persona di cui si innamora.
Giorgio, la controparte maschile, si ritrova suo malgrado a dover assecondare la donna, per evitare di farla precipitare in quelle crisi di nervi che potrebbero rivelarsi fatali. Si finge innamorato di lei, creatura spaventosa e ossessiva (Tarchetti non avrebbe usato il termine stalker, ma penso le si adatterebbe), mentre vorrebbe trascorrere il suo tempo con la bella e florida Clara, la sua amante. Alla fine, l’insana passione di Fosca toglierà a Giorgio la salute e minaccerà la sua stessa vita. Di più non rivelo, ti rovinerei il gusto della lettura. Già da queste righe avrai capito che per me è stato un romanzo folgorante. Mi sono procurata altri due libri di Tarchetti, perché è stata una bellissima scoperta!